Le intenzioni, l'ispirazione, la cultura, il trascorso che s'indovina dietro l'organizzazione delle immagini sono ovviamente nobili e rispettabili. Una fotografia coerente, una presa del suono che immerge il tutto, ed in modo assai forte, nella natura, nella materia. Con il risultato di salvare il film dalla dissertazione astratta ed arida. Di conferirgli una certa qual (relativa) sensualità. Sono comunque assai evidenti certi limiti del film (penso ad un altro francese che ricerca, e raggiunge, una dimensione cosmica, L'ANNONCE FAITE A MARIE, di Alain Cuny): scompensi nella lunghezza delle sequenze, quindi ritmo incerto, approccio bressoniano senza il rigore di Bresson nella non-drammatizzazione delle scene, un certo schematismo ingenuo che lascia trasparire eccessivamente le intenzioni.